TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE: UN VALIDO AIUTO PER IL PAZIENTE ONCOLOGICO

I trattamenti psicologici a cui possono essere sottoposti pazienti oncologici sono davvero molti, tutti molto diversi per metodi ed intenti, ma tutti potenzialmente equamente efficaci ed adattabili a specifici casi.

Come ogni branca della psicologia anche l’orientamento Cognitivo-Comportamentale propone una serie di validi interventi. Questo specifico indirizzo psicologico si propone di modificare la relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti dimostrando come i problemi emotivi possano essere prodotti da credenze disfunzionali. Nello specifico, la sfera d’azione della terapia Cognitivo-Comportamentale è la cognizione. Per cognizione si intendono i processi implicati nella conoscenza, ma anche tutti i processi che guidano il comportamento. Queste capacità sono considerate deteriorate quando i deficit in un particolare ambito sono maggiori rispetto a quelli statisticamente comuni per persone con medesima età ed istruzione.

Ad oggi le neoplasie sono malattie diffuse, basti pensare che la maggior parte di noi ha dovuto affrontare questo male, anche se non in prima persona, e i cambiamenti che si innescano coinvolgono l’ambiente sociale, familiare e personale. Viene quindi spontaneo porsi alcune domande.
Quali sono i principali problemi psicologici a cui un paziente oncologico può andare in contro?

I disturbi dell’adattamento rappresentano i quadri di sofferenza psicologica più frequentemente diagnosticabili nei pazienti con cancro, avendo una prevalenza del 30-35%;

Nel percorso di cura previsto per la neoplasia, sintomi come affaticamento, insonnia, ansia, depressione e deterioramento cognitivo sono i più comuni e provocano l’abbassamento della qualità della vita dei pazienti. In particolare l’ansia è uno dei primissimi sintomi a comparire, infatti è presente nel 10-15% dei casi (la nausea e il vomito anticipatori anche nel 40-50% dei casi) e si modifica durante lo sviluppo del percorso terapeutico senza mai sparire: l’ansia della diagnosi, della terapia medica, per la famiglia, l’ansia della morte. Questo costante stato di stress, accostato ad una serie di terapie mediche molto invasive, porta alla modificazione dei ritmi di vita, delle modalità di adattamento psicologico (come la persona si adegua all’ambiente) e dei cicli di sonno. Tutto ciò può indebolire un corpo ed una psiche già provati, minando il percorso verso la guarigione e portando alla patologia depressiva la cui prevalenza è compresa tra il 6% ed il 30% a seconda della fase di malattia.

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Quali possono essere gli interventi a cui sottoporsi?

Ricerche rilevanti nel settore hanno evidenziato una correlazione positiva tra la ricerca attiva di supporto sociale e il superamento delle problematiche legate alla malattia. Allo stesso modo, strategie di adattamento psicologico positive (in inglese “coping”) possono portare migliori strategie per affrontare situazioni problematiche.

Gli schemi psicologici (serie di pensieri, emozioni, atteggiamenti e comportamenti che si attivano automaticamente e velocemente), su cui si basano i comportamenti positivi sopra descritti, sono davvero importanti ed influenzano il nostro rapporto con la realtà soprattutto in situazioni problematiche. Proprio gli schemi psicologici sono al centro di alcune delle possibili applicazioni della Terapia Cognitivo-Comportamentale:

  • Il Training Cognitivo: Weisman (1988) progettò una terapia che si proponeva di prevenire le possibili complicanze psicologiche nel decorso della malattia. Cercando di identificare, tra quelli con diagnosi recente, i pazienti a rischio di sofferenza emozionale, per offrire loro aiuto prima che si sviluppasse un’eventuale psicopatologia;
  • La Terapia Psicologica Adiuvante: Moorey e Greer (1994) misero a punto una terapia che potesse essere somministrata come completamento a l’intervento medico e che risultò molto efficace nel trattamento di ansia e depressione. Tale terapia prevedeva lo studio dei diversi modi di far fronte a situazioni stressanti per cercare di sviluppare le strategie di adattamento migliori a seconda delle problematiche psicologiche del paziente;
  • Gruppo di Supporto/Auto-Aiuto: nato nei paesi anglosassoni, la caratteristica principale è la partecipazione di più pazienti ad incontri periodici, con o senza la guida di uno psicologo. Questa terapia è molto consigliata in una fase di approfondimento terapeutico e non nelle fasi iniziali. Può portare ad un miglioramento delle capacità di comunicazione e di espressione emozionale.

In conclusione, la terapia Cognitivo-Comportamentale è trattamento scientificamente efficace che, tramite la modificazione degli schemi mentali personali, vuole portare ad un miglior adattamento psicologico per affrontare nel migliore dei modi le principali problematiche portate dalla malattia.

Dott.ssa Levorato Ilenia

Bibliografia
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Moorey, S., Greer, S., Watson, M., Baruch, J.D.R., Robertson, B.M., Mason, A., Rowden, L., Tunmore, R., Law, M., Bliss, L.M. (1994). Adjuvant psychological therapy for patients with cancer: Outcome at one year. Psycho.Oncology, 3, 39-46.
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