Come sappiamo il periodo dell’adolescenza rappresenta quella fase di passaggio da una condizione infantile ad una condizione di vita adulta vera e propria. L’adolescente si trova ad affrontare un periodo delicato della propria esistenza: si trova a dover affrontare i cambiamenti del proprio corpo, a scoprire sé stesso e il mondo che lo circonda, cerca di scoprire la propria identità e muove i primi passi verso l’indipendenza della famiglia.
Ma cosa accade quando un tumore si manifesta o viene diagnosticato durante questa fase? Ricevere una diagnosi di tumore durante l’adolescenza è complesso perché la diagnosi mette in pausa tutto: trasforma la quotidianità, l’aspetto fisico, le relazioni con gli altri e la sicurezza in sé stessi. Da questo momento la persona ammalata e la sua famiglia devono imparare a convivere con una patologia che scatena il fantasma della morte.
Secondo il rapporto AIRTUM del 2012 l’incidenza di tumori riscontrati in Italia nel periodo 2002 – 2008 in ragazzi tra i 15 e 19 anni corrisponde a 269 casi per milione/anno: cioè ogni anno si ammalano circa 780 adolescenti.
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Sempre nel medesimo rapporto si riscontra che i tumori più frequenti negli adolescenti sono i linfomi di Hodgkin (65 casi per milione l’anno), seguiti da tumori della tiroide (31 per milione), leucemie (30 per milione), tumori delle cellule germinali (27 per milione), linfomi non-Hodgkin (22 per milione), tumori del sistema nervoso centrale (18 per milione), sarcomi delle parti molli (17 per milione) e tumori dell’osso (12 per milione).
Gli adolescenti e i giovani adulti con tumore sono pazienti con bisogni e caratteristiche particolari: sono molte le difficoltà e gli scompensi che si possono riscontrare. Infatti tutti i cambiamenti che questa fase della vita comporta, nel caso di tumore vanno a sommarsi alle difficoltà che tale malattia determina. Tra le principali problematicità si riscontrano quelle di accettare e adattarsi alla malattia e alle cure, a problemi di compliance alle terapie, al dolore, ai possibili interventi chirurgici mutilanti. Tutto ciò rende la transizione alla fase adolescenziale ulteriormente più complessa e sofferta.
Alcuni studi mostrano come gli adolescenti presentano un più elevato rischio di sperimentare stress psicologico con manifestazioni di tristezza, ansia e frustrazione in risposta alle varie fasi della malattia. Inoltre possono sperimentare paura per tutti i cambiamenti corporei che vivono come la perdita dei capelli, forti perdite di peso e in alcuni casi amputazioni.
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Anche la ricerca dell’autonomia e il distacco dai genitori è ostacolato dalla tendenza di questi ultimi all’ iper coinvolgimento e all’iperprotettività. Ciò spesso comporta una perdita di autonomia da parte degli adolescenti con tumore: essi non sono indipendenti né dal punto di vista economico né da quello decisionale. A volte quindi questi adolescenti rischiano di regredire ad una vera e propria dipendenza totale dalle figure genitoriali.
L’adolescente con tumore si trova, tra le altre cose, costretto a sperimentare anche una serie di problemi sociali, come la mancata frequenza scolastica, le carenti o nulle relazioni con i compagni e amici, la sospensione di attività sportive o ludiche. Questo apre le porte a un vissuto di isolamento.
Difficilmente un adolescente malato oncologico si presenterà all’osservazione dello psicologo in quanto non presenta una psicopatologia conclamata. La diagnosi però potrebbe far adottare al paziente modalità di adattamento fisiologico inadeguate o insufficienti che quindi richiedono un intervento di supporto. Risulta quindi fondamentale che in questa fase sia il medico a prospettare al giovane un intervento di supporto psicologico. È infatti importante che l’attenzione ai bisogni psicologici sia inserita in un progetto integrato di presa in carico globale del paziente, dove il personale medico collabori attivamente con psicologi e psicoterapeuti, altrimenti c’è il rischio che ad un possibile rifiuto delle cure del corpo si aggiunga il rifiuto per le cure della psiche.
L’obiettivo quindi del lavoro psicologico è quello di guidare l’adolescente ad accettare la patologia oncologica, sostenere e promuovere il suo sviluppo dell’identità e la sua maturazione psichica e agevolare il transito ad un’identificazione con la nuova immagine corporea, caratterizzata dai cambiamenti legati alla fase puberale e post puberale e dai cambiamenti imposti dalla malattia.
Dott. Eros Vallenari